Farmaci biologici, oltre il gap della distribuzione

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Negli ultimi dieci anni, l’industria farmaceutica ha vissuto una radicale trasformazione, passando da farmaci di sintesi chimica alla nuova classe di farmaci biologici. Questi ultimi hanno il potenziale di rivoluzionare il trattamento di patologie comuni come artrite reumatoide, diabete, malattie autoimmuni e alcuni tipi di cancro. Sei degli ultimi dieci farmaci approvati dalla FDA rientrano in questa categoria.

La generazione precedente di farmaci sintetizzati chimicamente, come ad esempio il paracetamolo, funziona con dosaggi stabili, sono facilmente gestibili e relativamente efficaci ed economici da produrre, trasportare e vendere. I farmaci biologici, invece, per la loro natura, sono più fragili.

La maggior parte di questi prodotti deve essere conservata in unità refrigerate a intervalli di temperatura precisi per mantenerne la stabilità. Devono anche essere somministrati in dosi molto specifiche su misura per l’individuo e di solito vengono iniettati per via endovenosa. Sono conservati e somministrati in ospedali, centri sanitari e ambulatori medici. Una serie di condizioni che ne ostacola la diffusione di massa.

Tuttavia – sottolinea Afzal R Mohammed, docente alla Aston Pharmacy School della Aston University (UK) in un articolo sul sito specializzato pharmaphorum – in tempi brevi queste difficoltà tecnico-logistiche potrebbero essere superate. Secondo l’opinion leader britannico, due tecnologie, attualmente in fase di studio, potrebbero rivoluzionare la somministrazione di questi farmaci: si tratta della somministrazione a base liquida e dell’inalazione.

Per quanto riguarda la somministrazione liquida, un approccio già sviluppato prevede l’uso di una combinazione di polimeri e lipidi per creare un sistema di erogazione a base liquida per farmaci biologici. Questo sistema composito crea nanostrutture che trattengono e disperdono i farmaci biologici in una soluzione acquosa. Il risultato è la creazione di nano-particelle che possono entrare nel flusso sanguigno attraverso l’intestino. La combinazione di polimeri e lipidi crea inoltre un effetto sinergico con i farmaci biologici, aumentandone la potenza.

Altrettanto interessante è l’approccio della somministrazione per inalazione, che sfrutta la tecnologia di rivestimento isotermico delle particelle secche per creare formulazioni inalabili a temperatura ambiente. Questo metodo semplificherebbe la produzione di farmaci biologici ad alto dosaggio, riducendo costi e tempi di sviluppo.

 

 

 

 

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